“Le stagioni sono MUSICA”

Le tue stagioni in sembianze di donna coronano la girandola di ritorni del tempo non misurabile. Tutto quello che dipende dalle Muse è musica. (Platone-Repubblica).
Allora anche le tue stagioni sono musica.
Sono quella speciale musica del silenzio che i quadri hanno la magia di possedere.
Quello che anni fa raccontavo di te, qui si manifesta nel particolare riconoscimento delle stagioni attraverso fiori e ghiaccio frammentato
come granita nel cristallo. Scrissi : “Guardi i quadri e ascolti. Ad un certo momento il normale meccanismo percettivo si inceppa e comincia a girare da altra parte”.
Tal d’oro che li tiene assieme.
Se li guardi così, se ascolti il loro SILENZIO, anche se sei carico d’anni puoi sentirti giovane dentro e sentire la vita respirare.
Sono da amare e meditare queste tue illuminazioni dove la forma e il colore incantano oltre la soglia della realtà diventando un nuovo mito.
Non sono le nostre ma le tue stagioni, la tua anima espressa, la tua fantasia denudata per noi, nel freddo, nella tenerezza, nell’ardore, e nella malinconia .
E su tutto, quegli occhi e quei sorrisi che fanno parte di sogni impossibili, di aggettivi non trovati, di altro silenzio ancora, di altra Musica.
Ora sembra di cogliere l’infinito in certi particolari , e cercare il filo.

Critico: GIORGIO RIGOTTO
16 giugno 2022

“BUONA LA PRIMA“

La fonte di ispirazione artistica di Antonietta Meneghini è l’essere umano, l’essere umano visto secondo una profonda visione centralistica di stampo umanistico-rinascimentale.
Il contrappunto della sua pittura è scandito dal ritmo delle nouances del grigio attorno alla più marcata tensione del “nero assoluto”.
Il colore per Antonietta è fonte di distrazione, di allontanamento da ciò che per lei è luce.
L’emozione gioca un ruolo fondamentale nella figura a tutto tondo ed è l’essere donna che catalizza appieno la spiritualità che non si ferma, che indaga a fondo sul perché delle cose, sui drammi dell’esistenza.
La tecnica di Antonietta Meneghini è olio su tela.
L’effetto illusionistico che riesce ad ottenere è molto vicino a ciò che propone la scultura.
Il soggetto creato sembra scrutare l’osservatore con acuto senso critico ribaltando la dinamica:

SONO IO CHE GUARDO O E’ IL RITRATTO CHE GUARDA ME?

Critico:MAX PAGGIN
mostra d’arte Verona 17/23 aprile 2023

Catalogo Nuova Arte 2007

Artista dotata di notevoli qualita’ tecniche, come dimostra la sua pittura minuziosa nel raffigurare figure o volti. Questi ultimi non devono però far pensare semplicemente ad una ricerca pittorica di Antonietta Meneghini sul ritratto, perchè i suoi visi hanno sempre qualcosa in più del ritratto e qualcosa in meno della precisa raffigurazione. In essi c’è un’allegoria fantastica, un’epifania sottile di quel segreto che ogni stato d’animo nasconde, dietro le proprie quotidiane espressioni. L’opera di questa pittrice mette in luce aspetti di una ricerca che sembra inesauribile di suggestioni intellettuali, di motivi e d’immagini narrative. Sono qui ibridati i fantasmi che intimamente ci percorrono e ci sollecitano. Sembra, infatti, di riscontrare tracce di quelle ossessioni che attraversano i volti di un po’ tutti noi e che così bene sanno raccontare chi siamo.

PAOLO LEVI
Catalogo Nuova Arte 2007, Ottobre 2008

IL GAZZETTINO Venezia

Nei suoi ritratti di grande classicità emerge, dal sapiente chiaroscuro, la capacità di scendere nella profondità umana.

TITA BIANCHINI
IL GAZZETTINO Venezia, gennaio 2009

Gente Veneta

Pittura apollinea, immersa in uno stato di calma bellezza, pittura che diviene pura apparizione, risolta dall’artista con gli strumenti classici del passato: grande capacità grafica e proprietà coloristiche. Ritratti femminili immersi in chiaroscurali ammiccamenti, capaci di penetrare la psiche dei soggetti nei cui volti si legge, inoltre, la consapevolezza di venire immortali per mezzo dell’intuizione del compositore e che a tale intuito si abbandonano. Da ricordare un grande torso nudo maschile acefalo, quasi a voler ridurre la visione a innocente esercizio grafico, privandolo di qualsiasi possibilità di analisi introspettiva , relegando così il maschio a puro elemento decorativo.

GIORGIO PILLA
Gente Veneta, gennaio 2009

La Nuova di Venezia e Mestre

Un ritorno alle origini della pittura: è questo il sentimento che coglie lo spettatore davanti alle opere di questa pittrice, che si avvale di una tecnica fotografica per realizzare questi dipinti quasi tutti ritratti femminili nei quali risalta di primo acchito la grande abilità cromatica-formale. A ben guardare ci si accorge, tuttavia, che l’autrice non è esente dal penetrare profondamente nella psiche dei soggetti, anche per l’uso di un colore sobrio e, spesso, chiaroscurale qui usato per nascondere o evidenziare sentimenti o pulsioni interne. Nel grande torso virile privato della testa, si coglie una volontà della Meneghini di evidenziare il solo aspetto fisico del maschio: Bello Senz’Anima.

EZIO ZANESINI
La Nuova di Venezia e Mestre, Gennaio 2009