“Tra la realtà e l’immaginario” – Personale

Tra i volti femminili di Antonietta Meneghini, per lo più di lato, ne emergono alcuni ripresi nel trasmettere vicende intense mentre celano nell’identità dello sguardo personalità e storia. Tra questi il titolo VentunDicembreDuemiladodici introduce al dipinto ad olio, e la data è un indice preciso se attraverso le pagine di un libro ed una scrittura visibile conduce ai tratti somatici, alla possibilità di lettura del volto, fino ad arrivare allo sguardo rivolto ad un pensiero lontano. Le pagine avviano una forma di pensiero del tutto estraneo a un’ignota gioia o ad un sentimento d’angoscia che possa intaccare il viso disteso, già in parte coperto dall’ombra dello sfondo, a legare l’azzurro dell’iride al colore dell’inchiostro. Ed ancora, tra opere, dal richiamo alla bellezza ideale secondo il modello italiano, appare un volto attraversato dal chiarore di una luce cromatica. Una pittura applicata al bianco ed al nero; un’intonazione adatta a transitare ed a rinforzare, da veicolo espressivo, volti che non sorridono, di una femminilità vissuta in perfetto equilibrio tra mondo interiore e quello esteriore.

Critico: MARIA LUISA FERRAGUTI
in La Domenica di Vicenza, Gennaio 2013

altre critiche

Catalogo Love Art

C’è il segno della vita, il colore della forza e del futuro in mezzo alla distruzione, c’è Eros contro Thanatos…

leggi tutto

Critica: GIORGIO RIGOTTO 

Guardo e cerco di non ascoltare la conversazione, ma qualcosa devo pur rispondere. Cerco l’isolamento interiore per ascoltare quello che i quadri sussurrano alla mia anima. So che poi non sarà più così.

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“Tra la realtà e l’immaginario” – Personale

Tra i volti femminili di Antonietta Meneghini, per lo più di lato, ne emergono alcuni ripresi nel trasmettere vicende intense mentre celano nell’identità dello sguardo personalità e storia. Tra questi il titolo VentunDicembreDuemiladodici introduce al dipinto ad olio, e la data è un indice preciso se attraverso le pagine di un libro ed una scrittura visibile conduce ai tratti somatici, alla possibilità di lettura del volto, fino ad arrivare allo sguardo rivolto ad un pensiero lontano. Le pagine avviano una forma di pensiero del tutto estraneo a un’ignota gioia o ad un sentimento d’angoscia che possa intaccare il viso disteso, già in parte coperto dall’ombra dello sfondo, a legare l’azzurro dell’iride al colore dell’inchiostro. Ed ancora, tra opere, dal richiamo alla bellezza ideale secondo il modello italiano, appare un volto attraversato dal chiarore di una luce cromatica. Una pittura applicata al bianco ed al nero; un’intonazione adatta a transitare ed a rinforzare, da veicolo espressivo, volti che non sorridono, di una femminilità vissuta in perfetto equilibrio tra mondo interiore e quello esteriore.

Critico: MARIA LUISA FERRAGUTI
in La Domenica di Vicenza, Gennaio 2013

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Critica: GIORGIO RIGOTTO 

Guardo e cerco di non ascoltare la conversazione, ma qualcosa devo pur rispondere. Cerco l’isolamento interiore per ascoltare quello che i quadri sussurrano alla mia anima. So che poi non sarà più così.

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