Critica: PROF. ALBERTO D’ATANASIO

Meneghini Antonietta con una tecnica che evidenzia una volontà interiore, che è più tipica del poeta che del pittore, vuole unire la bellezza del pensiero con quella che suscita un’immagine. Quest’artista sente l’incanto della malinconia come se ora si trovasse a vivere in un pianeta in cui si sente aliena. Il suo mondo è fatto di ricordi che si spostano nel presente e si dilatano nel futuro con la forza dei colori e dell’energia che solo chi fa arte conosce. Così una giovane donna si toglie una maschera, non per far vedere il vero volto, la maschera non nasconde mai, piuttosto rivela e in questo caso rivela gli occhi più che prima col volto coperto perchè è lì, ci dice Antonietta Meneghini, che l’anima parla, legge e lancia la sua voce perchè si oda sopra l’afonia di questi tempi.

Critico: PROF. ALBERTO D’ATANASIO semiologo e storico dell’arte
Venezia, Marzo 2011

altre critiche

Gente Veneta

Pittura apollinea, immersa in uno stato di calma bellezza, pittura che diviene pura apparizione, risolta dall’artista con gli strumenti classici del passato: grande capacità grafica e proprietà coloristiche.

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La Nuova di Venezia e Mestre

Un ritorno alle origini della pittura: è questo il sentimento che coglie lo spettatore davanti alle opere di questa pittrice, che si avvale di una tecnica fotografica per realizzare questi dipinti quasi tutti ritratti femminili nei quali risalta di primo acchito la grande abilità cromatica-formale.

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Meneghini Antonietta con una tecnica che evidenzia una volontà interiore, che è più tipica del poeta che del pittore, vuole unire la bellezza del pensiero con quella che suscita un’immagine. Quest’artista sente l’incanto della malinconia come se ora si trovasse a vivere in un pianeta in cui si sente aliena. Il suo mondo è fatto di ricordi che si spostano nel presente e si dilatano nel futuro con la forza dei colori e dell’energia che solo chi fa arte conosce. Così una giovane donna si toglie una maschera, non per far vedere il vero volto, la maschera non nasconde mai, piuttosto rivela e in questo caso rivela gli occhi più che prima col volto coperto perchè è lì, ci dice Antonietta Meneghini, che l’anima parla, legge e lancia la sua voce perchè si oda sopra l’afonia di questi tempi.

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Venezia, Marzo 2011

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